Territorialmente uno dei più vasti Comuni della Provincia di Terni, con le frazioni di Civitella del Lago, Acqualoreto, Morre, Colle lungo, Scoppieto, Cerreto, Vaglie e Morruzze si possono ammirare e visitare numerose emergenze di carattere storico-naturalistico importanti. Nel capoluogo sono certamente da frequentare i famosi “buchi” del borgo medioevale, la chiesa di San Nicolò dell’Ippolito Scalza e l’Antiquarium comunale dove sono collocati gli interessanti reperti archeologici del sito di Scoppieto (II a.C.-II d.C.).
Da Civitella del Lago si gode un bellissimo vastissimo panorama che spazia dalla bassa Toscana all’alto Lazio e sul lago di Corsara e ivi si può visitare il Museo dell’Ovo Pinto, unico al mondo Acqualoreto, Morre e Collelungo sono antichi castelli feudali immersi in una natura incontaminata e disseminata di leccete e castagneti attraversati da circa 82 km. di sentieristica da trekking. Da visitare anche il Convento francescano di Pantanelli dove Iacopone da Todi compose lo “Stabat Mater” ed il Santuario della Pasqualela, incastonato e proteso sulle affascinanti Gole del Forello. Ristoranti rinomato (Visoni, Tripponi, la Comitiva, la Cruccola) e le numerose trattorie ed agriturismi della zona ne fanno un paradiso per i gourmets che possono anche godersi ben tre vini DOC e l’ottimo olio DOP locale frequentando anche le numerose sagre che vi si svolgono in estate (della focaccia a Cerreto, del porchetto a Baschi, Cantine & Cucina a Civitella, della castagna a Morre).
CENNI STORICI
Posto a 165 metri sul livello del mare, Baschi è uno dei più vasti comuni della provincia di Terni. Probabilmente di origine etrusca, ma con vastissime testimonianze di epoca romana, trae il suo nome dal latino “vasculum”, che nella radice “vas” esprime il significato di conca, bacino. La genesi di questo nome sembra essere confermata dalla particolare configurazione del terreno, che presenta numerosi avvallamenti e conche lungo il fiume Tevere. Dall’XI sec. Baschi conta vicende e storie rocambolesche che lo videro libero comune e poi sotto il dominio della potente signoria dei Baschi, ghibellina, prese parte alle numenrose lotte contro le fazioni avverse dei guelfi. Nel 1860 con Orvieto e Todi votò l’annessione al nuovo Stato Italiano.
ARCHEOLOGIA
Alcuni anni fa, è stata individuata nei pressi di Scoppieto, la presenza di un insediamento produttivo della prima età imperiale romana. Si tratta di un complesso produttivo della prima età imperiale romana di ceramiche fini da mensa, cosiddetta “terra sigillata”, con cui venivano prodotti servizi di piatti, tazzine, ciotole di colore rosso che fu attivo per tutto il II sec. d.C. Si deduce che la fabbrica di Scoppieto venne impiantata in età augustea, a conferma le monete e le lucerne rinvenute. Come oggi, anche in età romana le fabbriche di ceramica raffinate firmavano i loro prodotti e il nome del produttore veniva impresso sul fondo interno del piatto. Sono numerosissimii frammenti recuperati a Scoppieto di due vasai ceramisti Lucius Plot Por e Lucios Plo Zosimus, che qui impiantarono la fabbrica attiva sino al 70-80 d.c. La scelta della zona fu sicuramente determinata dai requisiti fondamentali come l’argilla, il legname e l’acqua necessari per impiantare una fornace. Lo scavo iniziale nel settembre del 1995, su regolare concessione del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, ha riportato alla luce otto vani divisi in due settori paralleli, oltre alla fornace ed alle vasche di decantazione per un estensione coperta di circa 1.500 metri quadrati.
DA VISITARE
Particolarmente suggestivo è il Borgo Mediovale, intatto nella sua struttura originaria, denominato “I Buchi”, nome derivante dalla taglia minuta delle case e dei vicoli, un vero e proprio mondo antico perfettamente conservato. La chiesa di S. Niccolò del XVI sec, è dichiarata monumento nazionale e fù sobriamente progettata dall’architetto orvietano Ippolito Scalza. Al suo interno è conservato un prezioso trittico di Giovanni di Paolo Senese del XV sec.; sopra la porta un bellissimo organo del 1700 con 500 canne dei fratelli Fedeli. Nel centro storico si trova il Palazzo del Municipio al cui interno è possibile visitare l’Antiquarium di notevole interesse, e la Marroca una grande testa di pietra arenaria di ignota provenienza e risalente forse al XVI sec a.C.