Marzo 19, 2024

Comune di Narni

Cenni storici

La zona del narnese fu abitata fin dal paleolitico e dal neolitico, come testimoniano i ritrovamenti avvenuti in alcune grotte.

Il primo insediamento storico è quello degli Umbri che chiamano la città Nequinum; quindi nel 300 a.C. divenne al centro degli interessi di Roma, che la fece assediare con il console Quinto Appuleio Pansa ottenendo tuttavia risultati infruttuosi vista la sua impervia posizione. Ci volle oltre un anno per compiere l’impresa, avvenuta nel 299 a.C. grazie al tradimento di due persone locali che permisero ai Romani l’ingresso tra le mura. Divenne così colonia romana col nome latino di Narnia, dal fiume Nar che scorre ai suoi piedi. Non si hanno molte notizie relative a quel periodo, si pensa però che la città potesse aver avuto un ruolo di una certa importanza durante il corso della prima e della seconda Guerre Puniche. Lungo il fiume Nera, nei pressi della frazione di Stifone, dove anticamente si trovava il porto della città romana, è stato infatti recentemente individuato il sito archeologico di quello che appare come un cantiere navale romano. Dell’antica navigabilità del fiume Nera si hanno peraltro notizie su Strabone e Tacito. Noto il passo in cui il console Gneo Calpurnio Pisone, nel 19, decise di imbarcarsi a Narni con la moglie Plancina al fine di raggiungere Roma senza destare sospetti. Divenne Municipium nel 90 a.C. Narnia, colonia di diritto latino, si sovrappone al precedente insediamento e conferma il suo ruolo territoriale: tappa obbligata lungo la Flaminia, che forse ne costituita l’ossatura viaria urbana dalla piazza Cavour alla piazza Galeotto Marzio, con la ristrutturazione viaria augustea diviene punto di partenza del diverticolo orientale per Terni e Spoleto. La crescita successiva si giustappone a questo nucleo originario (tuttora riconoscibile per il reticolo ortogonale) imperniandosi sulla Cattedrale, innalzata (secolo XII) immediatamente fuori del perimetro murato antico che viene ampliato per includere il polo religioso. L’urbanistica medievale disegna un impianto irregolare, che progressivamente occupa il colle avendo come cerniera l’odierna piazza Garibaldi. Oltre l’arco del Vescovo (antico ingresso in città della Flaminia) si forma il terziere di Fraporta, mentre la successiva espansione a sud da luogo al ‘nuovo’ terziere di Mezule. Dopo la caduta dell’ Impero Romano Narni si trovava in traiettoria rispetto alle mire di conquista delle orde barbariche dirette a Roma, e vide quindi smantellate le proprie mura (545 d.C.) ad opera di Totila, re dei Goti. Succedutisi ai Goti i Longobardi e costituitosi il grande Ducato di Spoleto, che si estendeva fino al Lazio, la città diventò una fortezza di confine tra il potente Ducato e lo stato romano. Alternativamente persa e riconquistata dai Duchi di Spoleto ed appartenuta per un breve periodo ai beni della Contessa Matilde di Canossa, nel 741 la città viene assegnata dai Franchi allo Stato della Chiesa.
A partire dall’XI secolo la città medievale (che si ribellerà nel 1112 a papa Pasquale II, nel 1167 a Federico Barbarossa, e nel 1242 schiererà con Roma e Perugia contro l’impero) proietta la sua influenza territoriale su San Gemini, Stroncone, Calvi, Otricoli e Castiglione (l’antico -Castellum Amerinum-) presso il Tevere (qui, entrava in Umbria la Via Amerina).
Le trasformazioni sono radicali: la Platea Major sostituisce il foro romano, si costruiscono i grandi edifici civili e religiosi come il Palazzo del Podestà, il Palazzo dei Priori, la Cattedrale di San Giovenale, le chiesa di Santa Maria Impensole, San Domenico e Sant’ Agostino decorate con opere di artisti di fama quali Benozzo Gozzoli, il Vecchietta, Pier Matteo d’Amelia, lo Spagna. Nel XIV secolo Narni entra a far parte dei territori controllati dal papato perdendo così la sua indipendenza, e sotto il pontificato di Gregorio XI viene costruita dal cardinale Albornoz un’imponente Rocca che la domina dall’alto. Con la perdita dell’autonomia politica inizia la decadenza economica e culturale in cui si inserisce l’episodio del sacco dei Lanzichenecchi (17 luglio 1527) e la peste che questi si portarono al seguito; la città non fu distrutta, ma le perdite umane furono notevoli. L’abitato risorge ridimensionato e non conosce più significativi aggiornamenti neppure formali. La Rivoluzione Francese e le sue armate mutano completamente il vecchio ordinamento in Italia: nel 1789 Narni fa parte della prima Repubblica Romana, caduta la quale viene restaurato il dominio pontificio. Durante il periodo rivoluzionario e napoleonico Narni torna quindi a seguire le sorti dello Stato Pontificio, successivamente annesso all’impero Francese. Dopo il 1814 la Restaurazione cerca di rafforzare le vecchie strutture e l’ordinamento dello stato, ma i nuovi fermenti non vengono meno; nel 1831 Narni si unisce all’effimera rivolta contro Gregorio XVI. Nel 1849 la seconda Repubblica Romana accende speranze ed illusioni, e la progressiva evoluzione risorgimentale, cui partecipano in larga misura patrioti narnesi, conduce all’annessione dell’Umbria all’italia, formatasi nel 1859-60. Il 23 settembre 1860, dopo che il 21 dello stesso mese la città era stata occupata dalle truppe italiane, si arrende la Rocca, mettendo così il suggello definitivo ad un periodo di storia. Comincia una nuova vita e nascono i primi insediamenti industriali, favoriti dall’abbondanza di acqua del fondovalle. Molti narnesi partecipano alla prima guerra mondiale e i caduti vengono ricordati dal monumento eretto nel 1927 su un torrione edificato nei pressi della attuale Porta Ternana. Anche a Narni il primo dopoguerra fa sentire i disagi socio-politici che portarono all’affermazione del regime fascista. La seconda guerra mondiale causa distruzioni di edifici, ponti e stabilimenti industriali prima della liberazione dei 13 giugno 1944. Successivamente la città si sviluppa come parte fondamentale del polo industriale ternano, elemento questo che ha condizionato e condiziona tuttora la vita economica. In questo periodo nascono e si sviluppano le prime grandi industrie narnesi che trasformano rapidamente le strutture economiche, culturali e sociali incidendo profondamente anche sul paesaggio.

Il nome e il luogo

All’inizio, in antichità, fu Nequinum, nome che evoca incerte vicende, rudezze e malvagità. Poi, in epoca romana Narnia e ancora Narniam, Narne, Nargni, Nargie e Nargni e fino all’attuale Narni. Il “giro” intorno al nome la dice lunga sulla storia del luogo. Città di antica fondazione trova una sua definita identità, come colonia e poi municipio in epoca romana. Sorge su uno sperone a dominio della gola del Nera e della conca ternana, in sito di difficile accesso per l’asperità dei versanti che ne condizionarono forma e sviluppo urbano. In prossimità del confine tra Umbria e Lazio, fu nodo stradale di fondamentale importanza per il controllo della viabilità tra Roma e l’Adriatico, legando per secoli a tale ruolo le sue fortune e subendo per questo assedi e distruzioni. L’abitato ha forma allungata, costretta dalla morfologia del colle, e un impianto articolato che ne denuncia le fasi formative: da quella umbra e romana del settore settentrionale (il terziere di S. Maria), regolare nel reticolo viario innervato dall’asse urbano della Flaminia, a quella medievale (secoli XI-XIV) che progressivamente ha occupato il monte con la formazione dei terzieri di Fraporta e di Mezule: sulla sommità, separata dalla città, la Rocca albornoziana, simbolo del potere papale. Ricco di stratificazioni, il tessuto edilizio del centro storico è l’esito dell’ampia ricostruzione seguita al sacco dei Lanzichenecchi (1527), che mostra, nella diffusa qualità urbana, il tono un po dimesso delle città pontificie sei-settecentesche ridimensionate a un ruolo culturalmente e politicamente periferico. Libero comune in età medioevale sarà poi a lungo incorporata dello Stato della Chiesa ritrovando una sua autonoma identità con l’unità d’Italia. La città moderna (Narni Scalo) si e formata come nucleo distinto e separato nel piano sottostante, dove hanno esercitato potere di attrazione il fiume e la ferrovia. Si sviluppa con la stagione dell’industria alla fine dell’Ottocento (prima una conceria, una vetreria ed una fabbrica di caucciù e guttaperca, poi la fabbrica innovativa del Linoleum, poi i carboni elettrici e la chimica. Il luogo testimonia una lunga storia di innovazioni.

Non si conosce con certezza quando la città di Narnia cambiò il suo nome in Narni, ma probabilmente questo avvenne gradualmente nel tempo a partire dal XIII secolo per poi divenire effettivo dopo la rivoluzione francese, anche se fino alla fine del XIX secolo si trovavano ancora nelle lapidi e negli scritti ufficiali iscrizioni con l’antico nome di Narnia.

Lo scrittore Walter Hooper ha anche trattato diverse volte nei suoi libri le origini del nome “Narnia” come si nota ad esempio a pagina 306 del suo libro scritto a quattro mani con Roger Lancelyn Green C.S. Lewis: A Biography, pubblicato nel 2002. Eccone un estratto che riporta per intero quanto detto dallo scrittore C.S. Lewis a Hooper:
“quando Walter Hooper chiese a C.S. Lewis dove aveva trovato la parola Narnia, Lewis gli mostrò il suo Atlante Murray’s Small Classical Atlas, ed. G.B. Grundy (1904), che aveva comprato quando stava leggendo i classici con il suo istitutore Kirkpatrick presso Great Bookham [1914-1917]. A pagina 8 di questo atlante c’è una mappa dell’Italia con le iscrizioni in lingua latina. Lewis aveva sottolineato il nome di una piccola città chiamata Narnia, semplicemente perché amava il suono di questa parola. Narnia o “Narni” in Italiano, si trova in Umbria, a metà strada tra Roma ed Assisi.”

In tempi più recenti la città è stata riconosciuta “Centro Geografico d’Italia” in seguito agli studi ed ai rilevamenti effettuati dall’istituto Geografico Militare.

Lo stemma

Una leggenda narnese vuole che, in epoca medievale, nel territorio tra Narni e Perugia ci fosse un Grifone, contro il quale le due città, tra loro in guerra, si erano coalizzate per abbatterlo, una volta ucciso come trofeo Perugia si tenne le ossa del Grifone (bianca) e Narni la pelle (rossa). Per questo il Grifone di Perugia è bianco e quello di Narni è rosso.

Lo stemma della città di Narni, concesso con D.P.R. del 12 ottobre 1951, ha la seguente blasonatura: «d’argento al grifo di rosso, linguato dello stesso.»

Personaggi illustri

Narni è anche ricordata per aver dato i natali ad importanti personalità quali Erasmo Gattamelata (1370-1443), noto capitano di ventura al servizio della Repubblica di Venezia, Caterina Franceschi Ferrucci (1803-1887), finissima letterata apprezzata persino da Leopardi e Gioberti, Cocceio Nerva (31-98), uomo politico di grande virtù, valente giurista ed imperatore per un breve lasso di tempo la Beata Lucia Broccadelli (1476-1544) e Galeotto Marzio (1427-1497), umanista, medico ed astronomo. Ed ancora Berardo Eroli e Cassio da Narni. Da sempre meta ambita per artisti e pensatori, nel Rinascimento fu fonte di ispirazione per personaggi quali il Rossellino, il Ghirlandaio, il Gozzoli, il Vecchietta, lo Spagna e Antoniazzo Romano.Agli inizi del 1600 altri artisti illustri parteciparono alla ricostruzione di Chiese e Palazzi. Tra questi il Vignola, Lo Scalza, gli Zuccari ed il Sangallo. Nel 1664 fu fondata la Biblioteca Comunale.